
Una camicia in cotone elasticizzato di qualità medio/alta di solito ha una percentuale di cotone del 97% e del 3% di elastane. E’ una camicia dal tessuto brillante, si sgualcisce molto meno del puro cotone e permette, nello stesso tempo, movimenti più comodi al corpo.
Per il lavaggio è consigliabile la lavanderia, ma volendo la si può anche lavare in casa :
- a mano: temperatura dell’acqua tra i 50/60°, risciacquare (mai lasciarla in ammollo) e metterla appesa ad asciugare in una zona dove non batte il sole (non usare assolutamente l’asciugatrice);
- in lavatrice la temperatura dell’acqua non deve superare i 50°, non si deve fare la centrifuga perché il tessuto tende a sfibrarsi e perde la sua “morbidezza” (per asciugare stessa procedura);
- non usare candeggina sul bianco e non strofinare il tessuto.
I problemi maggiori si riscontrano nel momento in cui stiriamo la camicia perché, come sarà successo a molte/i si strappa. Ma seguendo i miei consigli supererete brillantemente la prova-stiro.
Come dicevamo il tessuto della camicia elasticizzata è formato dal 3% da filato elastico e dal 97% da filo di cotone ( in parole povere se il tessuto è un titolo 100/1, significa che l’armatura del tessuto è formato da 97 fili di cotone e 3 fili di elastane) con una grande differenza con il cotone: quest’ultimo si può stirare anche a 100° mentre l’elastene max a 40° e se non si legge bene l’etichetta di composizione, dopo averla stirata con il ferro caldissimo, spesso una volta indossata questa si strappa verticalmente. Perchè? perché la temperatura del ferro per il cotone (100°) ha sciolto la parte elastica e quando indossiamo la camicia la mettiamo in pressione e il tessuto si strappa, poiché hanno ceduto i fili dell’elastane.
Come fare per evitare questo grave problema? Dovete semplicemente seguire queste 2 semplici regole:
- Prima di stirare qualsiasi indumento regolate su 50° la temperatura del ferro e stirate tutti i capi elasticizzati;
- non appoggiate mai la parte metallica del ferro direttamente sul tessuto elasticizzato ma interporrete un panno, oppure applicate una scarpetta in teflon che trovate in un qualsiasi negozio di casalinghi. In questo modo il tessuto non si lucida e non si strappa.
Ecco i simboli che potete trovare sulle etichette ed il loro significato:
- la cifra riportata dentro il simbolo della vaschetta indica la temperatura adatta per il lavaggio in acqua; se invece la vaschetta è sbarrata il capo deve essere lavato a secco;
- un triangolino, contenente a volte la sigla Cl, indica la possibilità di usare candeggina. Se è sbarrato non si può candeggiare;
- un cerchio indica la possibilità di lavaggio a secco. Se il cerchio è sbarrato significa che non è possibile effettuare il lavaggio a secco.
Di seguito vi indico come lavare altre tipologie di materiale con cui produco le camicie su misura.
Cotone
La fibra di cotone è una tra le più facili da lavare e smacchiare. Se si tratta di cotone bianco, potete usare le massime temperature e il candeggio. Per i colorati non superate i sessanta gradi, evitando di mescolare i colori forti e quelli tenui, potrebbero macchiare la camicia, quindi lavatela con temperature più basse.
Lino
Da solo o in associazione al cotone il lino viene utilizzato per abbigliamento, biancheria e arredamento. Potete lavarlo alle alte temperature se è bianco, evitatele invece se è colorato, perché tende a scolorirsi. Non centrifugate. Il lino è molto sgualcibile e sarà difficile poi stirarlo. La biancheria di lino bianco lasciata a lungo negli armadi tende a ingiallirsi lungo le pieghe e se volete evitarlo avvolgetela in carta scura. Almeno una volta all’anno usate e lavate biancheria e capi pregiati altrimenti si deterioreranno per disidratazione.
Seta
I tessuti in seta, utilizzati sia nell’abbigliamento che nell’arredamento, possono essere lavati a temperature non superiori ai 40° , con detersivi neutri. Se il tessuto è bianco, potete addizionare all’acqua un poco di acqua ossigenata, se è colorato lavatelo velocemente, senza ammollo, e aggiungete dell’aceto nell’acqua di risciacquo. Tamponate con un asciugamano di spugna prima di stendere e stirate prima che il capo sia completamente asciutto. Non usate mai ammoniaca e candeggina.
Raso
Liscio e lucido, il raso può essere in seta o sintetico. Va lavato a secco, oppure in acqua a trenta gradi. Non bisogna mai strizzarlo, né torcerlo: fatelo asciugare in piano, dopo averlo tamponato con un asciugamano di spugna. Stiratelo sul rovescio, quando è ancora umido, con il ferro caldo.
Velluto
Il velluto di cotone e quello sintetico sono lavabili in lavatrice a 40 gradi. Quello di lino lavatelo a secco perché si deforma. Il velluto si può pulire anche con una soluzione di acqua e ammoniaca senza lavare. In ogni caso bisogna evitare la centrifuga e avere l’avvertenza di mettere i capi al rovescio prima di iniziare il lavaggio. Se il velluto è bianco e delicato per rinnovarlo si può esporlo per dieci minuti al vapore di una pentola in cui bolle una soluzione di acqua e carbonato di ammoniaca, lasciando poi asciugare il capo all’aria. Le macchie di grasso sono difficilmente eliminabili dal velluto: se si dispone di sabbia o di crusca fine si può spargerla calda sul tessuto e poi spazzolare.
Il sistema migliore (ma di difficile attuazione) per stirare il velluto senza ammaccarlo è quello di tenerlo verticalmente, senza appoggiarlo, e stirarlo sul rovescio con la sola azione del vapore. Più semplicemente si può stirare sul rovescio (velluto a coste) a media temperatura, con vapore, senza premere col ferro.
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